Arrested Movement: il corpo degli Uomini

Arrested Movement è una serie di ritratti Inclusiva nonché iniziativa di sensibilizzazione che celebra i corpi maschili in ottica Bodypositive ideata da Anthony Patrick Manieri.

Il Bodypositive è un movimento nato in California sulla scia dei movimenti femministi, in particolare da gruppi di femministe che riconoscevano un’ulteriore discriminazione nell’essere oversize.

Sappiamo che é aperto a ogni genere e corpo, senza distinzioni, nemico giurato della Diet Culture e della Cosmetic Surgery.
Il Bodypositive mainstream ha trascurato questa verità nonché il mondo degli uomini, la filosofia dell’accettazione e amore del corpo è invece una questione umana, aldilà dell’identità sessuale.

La sofferenza maschile davanti ai canoni imposti dai media è ormai nota, il mercato ha aggredito anche coloro che sembravano immuni all’attacco.

Di fatto la scoperta fatta dai pubblicitari che far leva sul senso di inadeguatezza rispetto all’aspetto funziona per le vendite di prodotti, idipendentemente dal sesso di appartenenza, ha aperto le porte al mercato del corpo declinato al maschile.
La svalutazione del corpo influenza la percezione di sé e del proprio valore.

L’idea di glamourizzare e normalizzare il corpo é nota, nei circa 12 soggetti ritratti da Manieri, presi in giro per il mondo, vediamo uomini di diverse corporature, ‘sentiamo’ le loro storie raccontate al fotografo che ci ricordano le nostre storie di disagio con noi stesse, fomentato dai media e società. Una radice comune.
Una bellissima idea, sul sito trovate i video e presto il libro fotografico.

Link qui:

http://www.arrestedmovement.com

Victoria’s Secret non vuole la Ciccia in passerella. E chi se ne frega.

Victoria’s Secret è uno dei brand più famosi e discussi, le sue sfilate eventi mediatici di portata mondiale.

Da decenni le modelle magre, muscolose, “con le curve giuste al posto giusto”, giovanissime e dalla bellezza pornografica, perfette incarnazioni di tutto quello che la donna contemporanea dovrebbe essere, dettano legge per tutti gli altri brand di intimo.

Rifiutando strenuamente di cavalcare l’onda della ‘Diversity‘ con dichiarazioni sprezzanti da parte dei Manager in carica, affermano la loro posizione, solita ai brand di lusso: escludere le taglie più grandi (leggi le più diffuse) assicura la percezione di esclusività del marchio prima ancora che voler offendere consumatori, attivisti o chicchessia.
In questo c’è una coraggiosa coerenza a differenza di brand più attenti al mercato, che si sono tuffati nella Diversity quale nuova fonte di guadagno, pur avendo perpetrato per anni il modello di donna che tanto danneggia donne e uomini.
Vedi ad esempio Dolce & Gabbana brand che non si è fatto sfuggire la fetta di mercato legata alla supermodella Curvy e attivista Ashley Graham, dimentico del suo passato.
Nella cultura statunitense la scelta di Victoria’s Secret è vissuta con rabbia e sgomento, la mia conclusione è che non ha senso crucciarsi per la scelta coerente di un marchio del quale noi taglie forti, testimonial della bellezza inclusiva e spesso donne consapevolmente in antitesi rispetto alla bellezza pornografica figlia della Rape Culture, possiamo fare tranquillamente a meno.

Possiamo sentirci bellissime e sexy anche senza Victoria’s Secret.
S.S.

Bodypositive and the Star System: an impossible love story feat. Madonna.


Even Madonna in the ranks of the Bodypositive revolution?

Her last appearance in Instagram, her body of sixty wearing just underpants and bra, the shock and criticism from her fanbase. From which we certainly do not expect a solid tradition of self-acceptance and body-acceptance, I assume.

I am not surprised by the fierce and merciless criticism that the Superstar get, I am surprised  by the attempts to attribute her recent move belonging to Bodypositive activism. This really made me skeptical.

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We can’t trust every star that came here, after decades of botox, gym, diets, cosmetic surgery and impants, a past as a testimonial of the perfectly fit body that try to tell us the story of self acceptance, c’mon people!

The Bodypositive  movement is not a marketing strategy, it is not a ‘turn a page’, it is a long path, complex, interior rather than outward, not tied to the star-system at all.

I doubt that the depth of her gesture that is attributed to it is such genuine, rather its the umpteenth marketing act for yet another Madonna’s style change.

As long as one talk about body kindness, it’s okay, as long as it also reaches the layers of the population less prepared on the subject of the body falsified by the media and the diet-fitness-cosmetic surgery culture, so much that target will certainly not be reached by thousands of motivated “uncool Bodypositive activists”.

It is with no pleasure that we welcome among our ranks people that for years have benefited from the diet-culture and the Beauty Mith, literally fomenting everything against which we now struggle.

It sound like accepting a slaughterhouse owner among the ranks of Vegan activism.

It is not a matter of repentance or second chance, it is that we can’t accept help from the architects of the disaster. Not with genuine enthusiasm.


Madonna, nuova paladina Bodypositive?

Anche Madonna nelle schiere della rivoluzione Bodypositive? La sua apparizione recente in Instagram, il suo corpo di sessantenne in mutande e reggiseno, lo shock e le critiche della sua fanbase. Dalla quale di certo non ci si aspetta una solida tradizione in fatto di accettazione di sé e del corpo altrui, permettetemi.
Non mi stupiscono le feroci e impietose  critiche alla Divina star, quanto i tentativi di attribuirle un’appartenenza alla militanza Bodypositive.

È davvero una forzatura e di certo non possiamo fidarci di ogni Star che passa di qua, dopo secoli di botox, palestra, silicone e testimonial del corpo perfetto a tutti i costi, che ci tende la manina.

Il Bodypositive non è un’operazione di marketing, non è un voltare pagina, è un percorso lungo, complesso, interiore più che esteriore, per nulla legato allo star-system.
Dubito che la profondità del gesto che le viene attribuita sia tale, piuttosto la sua ennesima trovata di marketing per l’ennesimo cambio stile. Purché se ne parli, va bene, purché arrivi anche agli strati di popolazione meno preparati sul tema del corpo falsificato dai media, che tanto quel target non verrà di certo raggiunto da preparati e motivati “attivisti sfigati”.
Non è con piacere che accogliamo tra le nostre fila personaggi che per anni hanno beneficiato della diet culture e della mistica della bellezza, fomentando letteralmente tutto ciò contro cui noi ora lottiamo.
È come accettare tra le fila dell’attivismo Vegan un proprietario di un macello.

Non è questione di pentimento o seconda possibilità, è che proprio dagli artefici del disastro non possiamo accettare aiuto. Non con genuino entusiarmo.

Tess Holliday su SELF Magazine

Per chi ancora non la conoscesse Tess Holliday è una tra le più famose e acclamate (e controverse) modelle oversize, l’unica della sua taglia a essere al suo livello professionale, inclusa nel movimento Bodypositive più mainstream, nonostante i puristi del movimento la vedano come fumo negli occhi.

La sua apparizione su SELF è epocale, funzionale alle vendite del magazine, il quale probabilmente perderà parecchi consensi: dopotutto Tess è grassa, grassissima e non è l’incarnazione del concetto di Salute secondo i salutisti che usano il peso come metro di misura dello stato di salute.

Eppure Tess è incredibilmente bella, sensuale, determinata, ricca.

E’ arrivata qui, e sin da piccola sognava di arrivarci, benché già fuori standard. Dapprima assistente alla poltrona, poi Make-Up Artist e modella amatoriale, molti di noi ricordano (io con le lacrime, vi giuro) l’annuncio del suo ingaggio da parte della Milk Model Management, avvenuto nel 2015.

Da li in poi ingaggi, shooting e copertine ovunque, anche su Vogue Italia, e ovviamente fiumi di critiche, sempre tristemente le stesse.

Il suo corpo enorme e splendido, animato da una personalità potente e determinazione rara, di quelle che fanno appunto la differenza nel mondo dei VIP e dei ‘normali’ troneggia sulla copertina di SELF con la citazione : ‘la salute di Tess non è affar tuo’ ed è proprio sulla ‘salute’ altrui (delle persone grasse e obese) che i critici più intransigenti non  transigono, benché la loro effettiva competenza medica si limiti alla (poca) comprensione del bugiardino degli antibiotici.

Ma come dice la stessa Tess, rispondere alle accuse di chi ci odia -e finge di preoccuparsi per la nostra ‘salute’ e paventa un’apocalisse causata dai costi sanitari delle presunte malattie causate da sovrappeso e obesità- con il nostro perfetto stato di salute è un atto controproducente che ci relega a umani di serie B.

Dicendo a chi ci accusa che le nostre analisi sono perfette e che siamo sani, si perpetua l’abuso contro i corpi più grandi e la mentalità secondo la quale possiamo esistere in pace solo se siamo sani.

La realtà è che non dobbiamo rendere conto a nessuno e non dobbiamo dimostrare che siamo sani o no, perché non sono affari di nessuno.  Sono affari solamente nostri e nessuna condizione di salute può permettere agli altri di discriminarci. Perchè sarebbe una violazione dei diritti umani bella e buona.

link all’articolo di SELF : https://www.self.com/story/tess-holliday

( 28\06\18 – Samantha Schloss)

il Bullismo …è anche Grassofobico.

Il modo con cui molti affrontano il Bullismo o Cyberbullismo grassofobico , dicendo “e fatevi una risata” denota la leggerezza con cui la presa in giro di grasso e Obesità sia affrontata. In molti ne parlano senza aver approfondito la tematica seriamente.

Questa ultima roccaforte della discriminazione, tanto solida quanto non riconosciuta come tale, produce danni irreparabili sulla salute mentale e fisica di chi la subisce . Addirittura è ritenuta tra le concause dei disturbi alimentari più diffusi: bulimia e anoressia.
Il lavoro di attivisti ben informati, di medici e educatori, si scontra con credenze popolari fomentate da disonestà scientifica e malcostume diffusi.
Fatichiamo a abbattere i pregiudizi perchè il principio di colpevolezza su chi ha grasso corporeo in eccesso o soffre di Obesità, sta alla base del grosso equivoco su cui tutti basano le proprie critiche (se sei grasso è colpa tua).

Il principio di colpevolezza sta alla base delle credenze popolari (spesso fomentate da fior di’autorità’) che legittimano il bullismo grassofobico così diffuso e universalmente accettato da perdere i connotati del bullismo e assumere la modalità di relazione normale, la Diet Culture ringrazia.
Una buona lettura in lingua italiana sull’argomento è il testo “P(r)eso di Mira” di Francesco Baggiani, per primo in Italia racconta, dati alla mano, come la discriminazione in base al peso (Discriminazione Ponderale) ha basi solide, va capita e combattuta con onestà e decisione, come qualsiasi altra forma di discriminazione.

Alla prossima, vostra Samantha Schloss

Per il testo di Baggiani:

http://www.edizioniclichy.it/index.php?file=scheda_libro&id_pubblicazione=103

immagine da : Anti Bullying Pro http://www.antibullyingpro.com/anti-bullying-research/

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The Drawn Body, be a model for painters is something different.

One of the most exciting things I do in my path as an artist and Bodypositive activist is to be a model for painters.
Stand naked and motionless for several hours with a group of people who observe, measure, draw your body. An activity with which I’m familiar for having an artistic education in art schools and schools of sculpture.

It helps to reinforce the perception of ourselves (of our self incarnate, body) and self-esteem.

The painter do not judge the body, he simply draw it, as it were an object. This is part of the Naked genre, draw human bodies as if they were structures or objects, without judgment, is also one of Cezanne’s teachings.


(Drawings by Daniel Espen, Alessandro Alghisi and Bruna Gelpi)
A painter told me yesterday “How beautiful you are, just beautiful!” And I smiled thinking “I know!” I’m not afraid to say that I feel beautiful. I see my naked body, the fat rolls that composes it, the skin sometimes pocked and I am calm, I do not feel ashamed even though I know that for many people, I should be ashamed. I’m fine in this body of mine.

Christmas big lunches and how to survive them.

A Bodypositive point of view.

Dinners, brunches, lunches, meetings dedicated to the abundance of high-calories foo and low in nutrients. For many is a joy, for the most is a nightmare. With the resulting propaganda from this Holyday period, from diets and questionable methods to ‘back tobeing happy and fit’, that in itself should make us understand that perverse mechanism we are in.
Consuming large amounts of unnecessary food, bingeing mixed with pleasure and overcome with guilty feelings, then ‘dieting’ to eliminate the effects of the above behaviour.
Do not you find the whole thing really funny?

A series of shocks to our metabolism, a series of mixed emotions for our soul. I talk about how I see and I live this holydays abundance of food, and how many influential Bodypositive authors see it.

Concern about food, and fear of being fat are rooted and taken for granted in our society, the fat-sick association is taken as indisputable axiom. And everything is overrated, and stirred to profit (the ‘diet industry’ business).
We should learn to consider food as fuel for the incarnate life, live the relationship with food naturally and eat for surviving, rather than attributing negative valence or just pleasure.
Often, especially in this period, we consider the food as our enemy, as a yardstick of our willpower, when we resist to food’s call (forgetting that hunger is physiological and not a sign of weakness) or element to take up inner sense of emptiness. Even we use to prove our moral superiority!
The post-binges fitness activity is seen as a duty, the right penance for having eaten too much, instead we should move to the joy of feeling your body and strength of it. The food itself does not oblige us to be ingested in quantities exceeding our capacity, there is no one that binds us to a chair to swallow delicious Pandoro (a tipical Italian Christmas sweet cake, rich in butter and I do love it!), but just ourselves.
We have to learn to feel the food for what it is and to understand that the negative value is our construct, the food is a source of life, it is not our enemy but our fuel to survive.

If you just can not live peacefully with the usual Christmas time binge eating, and I can understand your feelings, just think that certain foods that we fear are available only in this period. It sounds a comforts to us? Not to me, I love the Pandoro! But this does not mean that I have to eat half Pandoro a day or feel bad as a murderer, because I have eaten a slice.
I remind you that even the most wise doctors and experts on food, advise against getting at the Christmas dinners hungry because it is precisely when we are starving our body in alarm it causes us to eat more and fat stores in the body more than in normal way.

I wish you happy Christmas lunches, see ya all in January.

yours, Samantha Schloss

“We are obsessed in looking for ways to change our bodies, when we should channel our energy thinking about how to improve the world.”

Abbuffate Natalizie e come sopravvivere ad esse.

landscape-1448360693-criceto-mangia-biscotto-pranzo-cena-di-nataleUno spunto di riflessione Bodypositive.

Cene, merende, pranzi, ritrovi all’insegna dell’abbondanza di cibo ipercalorico e povero di nutrienti. Per molti una gioia, per i più un vero incubo. Con la martellante propaganda conseguente di diete e metodi discutibili per ‘tornare a essere felici e in forma’, già questo dovrebbe farci capire in che meccanismo perverso e indotto finiamo. Consumare ingenti quantità di cibo spesso superfluo, abbuffarsi con piacere mescolato e superato dal senso di colpa, poi ‘mettersi a dieta’ spesso in modo scriteriato, per eliminare gli effetti dell’azione di cui sopra.
Non lo trovate davvero buffo?

Una serie di scosse per il nostro metabolismo, una serie di emozioni contrastanti per la nostra anima. Vi parlo di come la vedo e vivo io e di come la vedono molte autorevoli autrici Bodypositive.

La preoccupazione riguardo al cibo e la paura di essere grassi sono radicate e date per scontate nella nostra società, l’associazione grasso-malato è assunta quale assioma indiscutibile. E tutto è eccessivamente ingigantito e fomentato ai fini di lucro.
Dovremmo imparare a considerare il cibo come carburante per la vita incarnata, viverlo con naturalezza e mangiare per sopravvivenza, anzichè attribuirgli valenza negativa o di piacere.
Spesso, soprattutto in questo periodo di convivialità, consideriamo il cibo quale nostro nemico, come metro di misura della nostra forza di volontà, quando gli resistiamo (dimenticando che la fame è fisiologica e non debolezza) o elemento per compensare i vuoti interiori. Addirittura lo usiamo per dimostrare la nostra superiorità morale!
L’attività fisica post abbuffate è vista come dovere, la giusta penitenza per aver mangiato troppo, invece dovremmo muoverci per la gioia di sentire il nostro corpo e forza di esso.

Il cibo non ci obbliga a essere ingerito in quantità superiori alla nostra capienza, non c’è nessuno che ci lega a una sedia a inghiottire deliziosi pandori, se non noi stessi.
Impariamo a vedere il cibo per quello che è e a comprendere come la valenza negativa attribuita ad esso è un nostro costrutto, il cibo è fonte di vita ma inanimato, non è nostro nemico bensí la nostra fonte primaria di sopravvivenza.

Se proprio non riusciamo a vivere serenamente le consuete abbuffate pensiamo che certi cibi temuti sono proposti solo in questo periodo. Ci consola? A me no, io adoro il Pandoro!

Ma questo non significa che ne mangio mezzo al giorno o mi sento brutta come una pluriomicida perchè ne ho mangiata una fetta minuscola.
Vi ricordo che anche gli addetti ai lavori più titolati sconsigliano di arrivare alle cene natalizie affamati perchè è proprio quando siamo affamati che il nostro corpo in allarme ci induce a abbuffarci di più e trasforma in depositi di grasso più che in condizioni normali.

Vi auguro serene abbuffate, ci sentiamo a Gennaio.

Vostra Samantha Schloss

“Ci ossessioniamo alla ricerca di modi per cambiare i nostri corpi, mentre dovremmo incanalare la nostra energia pensando a come migliorare il mondo.”

Il Corpo Disegnato: essere modelle per pittori è tutta un’altra cosa.

Posare per pittori e disegnatori è tutta un’altra cosa: essere modelle per pittori non prevede sconti, non ci sono filtri e postproduzione, il tempo di posa è lunghissimo. Una “terapia urto” che consiglio a chi tende a non piacersi, a non accettare il proprio corpo.

Una delle cose più stimolanti che faccio nel mio percorso di artista e attivista Bodypositive è fare la modella per i pittori.

Stare nuda e immobile per diverse ore con un gruppo di persone che osservano, misurano, disegnano il tuo corpo. Un’attività con cui ho dimestichezza avendo una formazione artistica in accademie di belle arti e scuole di scultura.

Aiuta a rafforzare la percezione di sè (del proprio sè incarnato, corporeo) e l’autostima.

I pittori non giudicano il corpo, lo disegnano semplicemente, come fosse un oggetto. Del resto è parte del filone del Nudo, disegnare corpi umani come fossero strutture o oggetti, senza giudizio, è anche uno degli insegnamenti di Cèzanne.

Una pittrice ieri mi ha detto “che bella che sei, proprio bella!” e ho sorriso pensando “lo so!” non ho paura a dire che sento di essere bella. Vedo il mio corpo nudo, le pieghe del grasso che lo compone, la pelle a tratti butterata e sono serena, non provo vergogna anche se so che secondo molti dovrei provarla. Io sto bene in questo mio corpo.

Disegni di Daniel Espen, Alessandro Alghisi e Bruna Gelpi. Continua a leggere “Il Corpo Disegnato: essere modelle per pittori è tutta un’altra cosa.”