Anche Madonna nelle schiere della rivoluzione Bodypositive? La sua apparizione recente in Instagram, il suo corpo di sessantenne in mutande e reggiseno, lo shock e le critiche della sua fanbase. Dalla quale di certo non ci si aspetta una solida tradizione in fatto di accettazione di sé e del corpo altrui, permettetemi.
Non mi stupiscono le feroci e impietose critiche alla Divina star, quanto i tentativi di attribuirle un’appartenenza alla militanza Bodypositive.
È davvero una forzatura e di certo non possiamo fidarci di ogni Star che passa di qua, dopo secoli di botox, palestra, silicone e testimonial del corpo perfetto a tutti i costi, che ci tende la manina.
Il Bodypositive non è un’operazione di marketing, non è un voltare pagina, è un percorso lungo, complesso, interiore più che esteriore, per nulla legato allo star-system.
Dubito che la profondità del gesto che le viene attribuita sia tale, piuttosto la sua ennesima trovata di marketing per l’ennesimo cambio stile. Purché se ne parli, va bene, purché arrivi anche agli strati di popolazione meno preparati sul tema del corpo falsificato dai media, che tanto quel target non verrà di certo raggiunto da preparati e motivati “attivisti sfigati”.
Non è con piacere che accogliamo tra le nostre fila personaggi che per anni hanno beneficiato della diet culture e della mistica della bellezza, fomentando letteralmente tutto ciò contro cui noi ora lottiamo.
È come accettare tra le fila dell’attivismo Vegan un proprietario di un macello.
Non è questione di pentimento o seconda possibilità, è che proprio dagli artefici del disastro non possiamo accettare aiuto. Non con genuino entusiarmo.