La Prova Costume? Se la conosci, la eviti

Scrivo l’ennesimo articolo sulla prova costume, sul corpo da spiaggia, sul fisico bestiale… Proprio io, che peso quasi un quintale e dovrei sparire dalla circolazione più che avere solo il pensiero di acquistare un costume da bagno, o no?! Bhe, andate su Insta a vedere le mie foto in costume da bagno, anzi in BIKINI. Viste? Bene, cosa ho da dire io sulla stagione dell’esibizione del Corpo?

Vengo subito al sodo, senza tanti infiocchettamenti:

LA PROVA COSTUME E’ UN INVENZIONE DEI MEDIA E DEL MERCATO CHE TRAGGONO PROFITTO NELL’INDURRE LE PERSONE A DUBITARE DELLA VALIDITA’ DEL PROPRIO CORPO.

Quindi chiunque, sia ella una cicciona e bellissima come la sottoscritta o magrissima e perfetta come Il Dio Instragram comanda, secco e spigoloso o Adone palestrato come San Proteico da Bloccorenale comanda, sarà indotta\o a sentirsi insicura\o, insoddisfatta\o del proprio corpo e aspetto, puntualmente e periodicamente, allo spuntare dei primi peli sotto al gambaletto invernale (perché lo so che anche voi Bikini-Challenge Victims non vi depilate in autunno\inverno\primavera inoltrata!!!).

Ma ciò che è grave non è tanto essere insicure del nostro corpo quanto la conseguenza naturale del continuo attacco dei media e mercato: DUBITARE DI SE’ STESSE\i come individui.

Non lo dico perché sono decisamente fuori dal canone di bellezza spiaggistico, ma perché sul corpo, sul Mercato del Corpo come amo definirlo (dieta, fitness, chirurgia estetica, integratori etc etc etc), ho compiuto lunghe ricerche e fatto un percorso di autocoscienza e accettazione.

NON ACCETTARE IL PROPRIO CORPO E’ INNATURALE, LO APPRENDIAMO DURANTE L’INFANZIA, i media (e il mercato) fanno il resto, la società, figura astratta e mitologica accusata da tutti, benedice con i suoi rituali pecorecci (nel senso che NOI siamo la società di pecore poco pensanti). Addirittura, i disturbi alimentari hanno, tra le concause, la manipolazione dell’immagine corporea da parte dei mass media.

Non mi credete? Vi dice qualcosa la parola Inconscio?

Bene, tenetevi forte: l’Inconscio crede siano REALI tutte le immagini che i nostri occhi vedono, di conseguenza hai voglia a ripeterti che tanto le foto ultraritoccate su Insta ritraggono corpi che nella realtà non esistono!

Lui, l’Inconscio, sostituirà le immagini di corpi irreali all’immagine dei nostri corpi reali perfetti e imperfetti, di conseguenza dobbiamo fare molta attenzione a quello che mettiamo sotto ai nostri occhi.

Dopo questo pippone saggistico torniamo alla prova costume?

Perché IO dall’alto del mio quintale scarso vengo a VOI o disperate\i che avete provato tutte le diete-lampo, beveroni radiotattivi, polverine tossiche, digiuini sciagurati, pillole magiche, massaggi e impacchi, programmi fitness e via dicendo (spendendo cifre da capogiro, ci tengo a ricordarvelo) per perdere 50 kg in 7 giorni, a pontificare di accettazione corporea e pensiero critico nei confronti dei messaggi dei mass media?

La risposta più semplice per chi ha poco tempo per leggere è: se una cicciona bellissima come me va in giro in bikini e minigonna tigrata, perché non puoi farlo tu che hai due grammi di cellulite e sei poco più grassa di un insetto stecco?!? Ma ti pare! Sii sollevata e vai in spiaggia, spacca tutto!

La risposta più lunga e pesante da digerire in realtà ve l’ho data subito all’inizio: la prova costume è un invenzione per farci spendere spendere spendere e essere insicuri di noi, come corpo e come individui.

Solo questa verità è per me sufficiente a far scivolare sui miei tondissimi fianchi tutte le minacciose pubblicità della stagione, nessuna azienda parla di prova costume perché ci vuole bene, anzi, e scusate ma essere trattata come una cretina a me non piace e mi fa incazzare di bestia.

Se pensate che invece si, la prova costume e tutto il corollario di pubblicità minacciose siano pensate da menti che vogliono il nostro bene e la nostra salute (qui vi volevo: voi siete convinti che essere magri, super magri, magrissimi sia essere in salute, nulla di più banale e falso, ma di questo parleremo un un’altro articolo;) ) vi chiedo: cosa può esserci di salutare nel sottoporre mente e corpo allo stress e shock delle diete e trattamenti last minute per perdere pochi grammi di grasso corporeo? Nulla di nulla e lo dicono i chili che recuperate inevitabilmente con gli interessi appena finite la dieta e trattamento.

Una volta capito l’inganno subdolo del Mercato del Corpo, possiamo se lo vogliamo approfondire la questione del controllo del corpo femminile come parte di un disegno ben preciso già evidenziato da molte autrici e ricercatrici.

Una popolazione di donne perennemente a dieta e preoccupate di piacere e piacersi, occupate a spendere tempo e denaro nel controllo del peso, dell’abbigliamento, del trucco e dei segni del tempo, è una popolazione di pazze silenti facilmente controllabili e manipolabili, innocue quanto schiave e sottomesse, per parafrasare Naomi Wolf, autrice del libro “Il Mito della Bellezza”.

Pensateci: condurre una vita di ansia perenne e aver pochissime energie e denaro per una crescita personale fatta di interessi, scoperte, cultura e tutte le cose belle che ci perdiamo quando siamo ossessionate quotidianamente dal rimanere magre, giovani, belle, perfette… vale la pena?

Secondo me no, per nessuna ragione al mondo.

Vi lascio alle vostre riflessioni e rotolini, con i miei motti preferiti:

AMARE IL NOSTRO E ALTRUI CORPO E’ LA RISPOSTA, E’ DIFFICILE LIBERARSI DAI CONDIZIONAMENTI MA è POSSIBILE!

IL MIO MOTTO E’ SII IL TUO CANONE DI BELLEZZA che è anche il mio Format con il quale aiuto donne e ragazze a accettarsi (che non è facile) e essere serene con il proprio e altrui corpo.

A presto e buon divertimento con i vostri splendidi e imperfetti corpicini.

Vostra Samantha Schloss

(articolo apparso su GRRR Power Blog)

Bodypositive radicale Vs Bodypositive mainstream?

Il Bodypositive nasce dai femminismi californiani tra gli anni 80 e 90 del novecento, negli USA vede la sua particolare funzione ma ben si adatta al resto del mondo occidentale.

Nasce da gruppi di donne sovrappeso e obese, femministe, come risposta alla cultura e mercato oppressivi.

Come movimento positivo di accettazione e amorevolezza verso il corpo oppresso e discriminato, si estende ovviamente a altre categorie umane, sesso, identità, condizione corporea.

L’oppressione sistematica dei corpi non conformi a uno standard di mercato, mutuato in standard culturale e estetico, viene spesso confusa con il bodyshaming.

La differenza è sostanziale: essere oppressi perché si è una minoranza indesiderata e messa alla berlina dal mercato e dalla società è diverso dallo sperimentare occasionalmente prese in giro anche pesanti rimanendo comunque conformi agli standard desiderati dalla società e dal mercato, in una parola essere i privilegiati e godere di un privilegio.

Si parla di Bodypositive ‘radicale’ per via delle mistificazioni messe in atto dal mercato e dal falso attivismo: quante volte in Italia parlando di Bodypositive pensiamo subito a membri che propongono prodotti per la cura del corpo o la sua modifica, diete e ‘consigli’ alimentari, merchandising di vario genere, concorsi di bellezza, categorie estetiche ristrette e deliranti discorsi di discriminazione sulla delicata questione dell’obesità?

I principi del movimento vengono messi in discussione da interessi economici: ecco che il Bodypositive ‘mainstream’ vende diete dimagranti e derivati, classifica le persone e le esclude creando nuovi canoni estetici eetichettando in modo sprezzante il Bodypositive originario come Bodypositive ‘radicale’

Siamo davanti a una mistificazione del movimento che va denunciata.

Non esiste il Bodypositive ‘radicale’, esiste il Bodypositive e un bodypositive mainstream che mistifica il movimento, danneggiandolo, per vendere diete, fitness, categorie estetiche, eventi, merchandising e via dicendo.

Tutte ‘cose’ contro alle quali il movimento è nato.

Facciamocene una ragione e se il Bodypositive non fa per noi, andiamo altrove.

Bodypositive and the Star System: an impossible love story feat. Madonna.


Even Madonna in the ranks of the Bodypositive revolution?

Her last appearance in Instagram, her body of sixty wearing just underpants and bra, the shock and criticism from her fanbase. From which we certainly do not expect a solid tradition of self-acceptance and body-acceptance, I assume.

I am not surprised by the fierce and merciless criticism that the Superstar get, I am surprised  by the attempts to attribute her recent move belonging to Bodypositive activism. This really made me skeptical.

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We can’t trust every star that came here, after decades of botox, gym, diets, cosmetic surgery and impants, a past as a testimonial of the perfectly fit body that try to tell us the story of self acceptance, c’mon people!

The Bodypositive  movement is not a marketing strategy, it is not a ‘turn a page’, it is a long path, complex, interior rather than outward, not tied to the star-system at all.

I doubt that the depth of her gesture that is attributed to it is such genuine, rather its the umpteenth marketing act for yet another Madonna’s style change.

As long as one talk about body kindness, it’s okay, as long as it also reaches the layers of the population less prepared on the subject of the body falsified by the media and the diet-fitness-cosmetic surgery culture, so much that target will certainly not be reached by thousands of motivated “uncool Bodypositive activists”.

It is with no pleasure that we welcome among our ranks people that for years have benefited from the diet-culture and the Beauty Mith, literally fomenting everything against which we now struggle.

It sound like accepting a slaughterhouse owner among the ranks of Vegan activism.

It is not a matter of repentance or second chance, it is that we can’t accept help from the architects of the disaster. Not with genuine enthusiasm.


Moda: Etica e Taglie

Etica nel mio operato di sarta stilista è soprattutto attenzione alla persona cui i miei capi sono destinati.

Creare abiti, farli sfilare indosso a modelle dalla 42 alla 60, è per me un pretesto per un progetto ampio di sensibilizzazione.

Attraverso un mezzo apparentemente frivolo come la moda e le sfilate comunico un messaggio profondo, azioni che alimentano una cultura.
Rielaboro criticamente i canoni di bellezza imposti e controversi. I corpi naturali e spontanei in passerella, sono un atto d’amore, le fotografie in costume da bagno o in abiti, sono un esibizionismo funzionale per chi ancora lotta contro sè stessa e non a favore di sè stessa.
Non potrei operare come sarta-stilista sganciata dal mio credo e spesso i miei fini filantropici sovrastano le esigenze del mio mercato.

Sono molto critica nei confronti della fotografia di moda: la presenza massiccia del fotoritocco unita all’utilizzo costante di corpi irreali enfatizza l’abito-prodotto ma ha la  responsabilità grave di influenzare negativamente il pubblico.
Sappiamo che le immagini di corpi ritoccate possono essere razionalmente riconoscibili ma molti dimenticano che il nostro inconscio non le elabora come tali: le prende per reali e da qui scaturiscono tutta una serie di meccanismi. Uno di essi è che il proprio corpo viene vissuto come sbagliato perchè non corrispondente alle immagini che bombardano l’immaginario collettivo, complice tutto un mercato incalzante e parallelo alla fotografia di moda. Molti disturbi quali il dismorfismo, i disturbi alimentari, tra i più diffusi, sono collegati a questo fenomeno.

Ho appreso con dispiacere che nei corsi professionali per stilisti e modellisti si sviluppano soprattutto modelli nella taglia 42, per comodità e convenzione. Nella realtà dei corpi la taglia 42 è tra le meno diffuse.
Credo che sviluppare solo quella, anche se ai fini propedeutici, sia un veicolo di messaggi negativi, soprattutto verso i giovani studenti di moda. Ho iniziato tardi a studiare sartoria e modellistica ma penso a come mi sarei sentita male da adolescente sovrappeso a essere costretta a creare abiti senza la possibilità di indossarli. Il mio sentirmi sbagliata avrebbe avuto ulteriori conferme.

“Vestiti per sentirti più bella, non per sembrare più magra: se ti piace è già l’abito adatto a te” è il motto della linea Samantha Curve di Samantha Schloss, il prodotto non contempla solo abiti pensati per valorizzare la figura abbondante anzichè nasconderla, trasformando quello che la moda addita a difetti in punti di forza, ma anche una filosofia di vita.
Liberarsi dal preconcetto che esistano abiti che un corpo oversize non possa indossare: semmai non se ne trovano in commercio di graziosi e accattivanti.
Gli abiti di Samantha sono sogni di bambina, immagini lampo nella memoria, occhi lucidi e molto istinto. Non abiti che seguono la moda ma uno stile deciso.
Samantha cura personalmente la realizzazione e quindi tempi di produzione e costi diversi
dal pronto moda; ogni capo è unico e irripetibile, adattato alla cliente che viene seguita e coccolata, rinforzata nella sua autostima con la dolcezza e determinazione di Samantha.

Il Bodypositive promuove amorevolezza, accettazione, valorizzazione del corpo a qualsiasi età, dimensione, peso, abilità, etnia, orientamento sessuale.
Attraverso le conferenze o con fotografie e sfilate, la visibilità ben confezionata di corpi non canonici è un messaggio di amorevolezza per tutti: per chi soffre la condizione di un corpo diverso nella speranza dell’accettazione e amore dello stesso e per chi non tollera la diversità.

E’ importante che nelle immagini troviamo vicinanza alla nostra realtà e che anche i corpi diversi dai canoni di bellezza imperanti siano rappresentati. Se non bastasse l’etica di questo ragionamento, pensiamo allora al mercato enorme che si potrebbe e si sta in parte sviluppando sulle taglie ‘over’.

La materia prima del mio lavoro e poetica è costituita dal mio corpo e quello che indossa, l’esperienza con sovrappeso, obesità, discriminazione e disturbi alimentari. La presentazione di immagini volutamente ironiche e disturbanti, l’esposizione del mio o altrui corpo e l’utilizzo di un registro estetico convenzionalmente destinato al corpo sottile e socialmente percepito come bello; la sovraesposizione a volte beffarda è voluta.
Uno dei traguardi auspicabili sarebbe la costruzione di un nuovo registro estetico, nuove immagini create solo per i corpi abbondanti e non dei derivati facilmente mistificabili come pure imitazioni ironiche\goliardiche.
Sono molto seria quando mi mostro utilizzando codici espressivi e estetici solitamente ‘riservati’ a corpi canonici. La mia è una sfida ai canoni estetici che vuole far riflettere…

In molti stiamo lottando, contro al Bodyshaming, per un nuovo e diverso registro estetico, per l’armonia e benessere psicofisico nostro e degli altri. La nostra è una Causa, e come tutte le cause mira al benessere laddove questo viene a mancare.
Il mio operato di sarta\stilista con i lavori fotografici è collegato all’attivismo e al mio
essere artista, il mio tornaconto è semplice: in quanto artista esercito un’autoaffermazione, voglio dare un contributo positivo al benessere dei miei simili e un contributo all’evoluzione del pensiero umano, vorrei essere la guida che io ho cercato e non ho trovato. Vorrei evitare forse egoisticamente, che altre soffrano quello che ho sofferto io, vorrei che le mie parole e azioni servissero in questo senso.

Vendere abiti fatti da me è parte del mio lavoro ma non è il fine ultimo del mio operato, spesso gli abiti che creo servono a presentare il mio corpo che è strumento della mia comunicazione e poetica.

SAMANTHA CURVE: gli abiti concepiti per valorizzare
Credo che il punto di forza del mio progetto sia che dietro c’è una persona, una donna, un’artista che parte dalla sua vita quotidiana , dai suoi gusti, sogni e esigenze reali per
creare abiti per sè stessa. Gli abiti che creo sono pensati senza tener conto della moda, delle ‘stagioni’ (un abito può essere utilizzato in qualsiasi stagione, a mio avviso, e i miei abiti personali e realizzazioni sono concepiti in quest’ottica), del senso comune dell’eleganza, nè tantomeno delle aspettative di chi crede che la ciccia sia il Male Assoluto da nascondere. Sono sogni di bambina, reminescenze, immagini lampo nella memoria, occhi lucidi e molto istinto. L’unico vincolo pratico: la realizzazione che curo personalmente e quindi tempi non immediati, costi diversi dal pronto moda. Prediligo tessuti morbidi, di facile manutenzione, lavabili a freddo, e soprattutto pratici e non stiro.
Guardarvi allo specchio pensando che dovreste essere diverse, che così siete sbagliate e non va, vi fa perdere buona parte di quel che la vita ha di buono da offrirvi, accettandovi migliorerete la vostra esistenza e forse dimagrirete se davvero era questo che serviva al vostro corpo. Sembrate molto più grosse con quel vecchio camicione informe che vi ostinate a indossare sperando di passare inosservate o almeno di sembrare più magre, se
volete la verità.

Fotografia di Celeste Lombardi, abiti Samantha Curve di Samantha Schloss

(Articolo scritto in occasione del progetto “Ethics & Aesthetics” atto a sensibilizzare le persone affinché siano consapevoli su ciò che significa acquistare un capo d’abbigliamento, verso un futuro più etico e sostenibile per l’industria della moda, nel rispetto delle persone e dell’ambiente.)

Vestiti per sentirti più bella, non per sembrare più magra.

“Vestiti per sentirti più bella, non per sembrare più magra: se ti piace è già l’abito adatto a te” è il motto della linea Samantha Curve di Samantha Schloss, non solo abiti pensati per valorizzare la figura abbondante anzichè nasconderla, trasformando quello che la moda addita a difetti in punti di forza, ma una filosofia di vita.
Liberarsi dal preconcetto che esistano abiti che un corpo oversize non possa indossare.
Gli abiti di Samantha sono sogni di bambina, immagini lampo nella memoria, occhi lucidi e molto istinto. Non abiti che seguono la moda ma uno stile deciso.
Samantha cura personalmente la realizzazione e quindi tempi di produzione e costi diversi dal pronto moda; ogni capo è unico e irripetibile, adattato alla cliente che viene seguita e coccolata, rinforzata nella sua autostima con la dolcezza e determinazione di Samantha.
Samantha è stilista e promotrice del movimento Bodypositive in Italia: amorevolezza, accettazione, valorizzazione del corpo a qualsiasi età, dimensione, peso.
Attraverso le conferenze o con fotografie e sfilate la visibilità ben confezionata di corpi non canonici è un messaggio di amorevolezza per tutti: per chi soffre la condizione di un corpo diverso nella speranza dell’accettazione e amore dello stesso e per chi non tollera la diversità. “Attraverso un mezzo apparentemente frivolo come la Moda e le sfilate comunichiamo un messaggio profondo, azioni che alimentano una cultura. Rielaboriamo criticamente dei canoni di bellezza imposti e controversi. I nostri corpi naturali e spontanei sono un atto d’amore, un esibizionismo funzionale per chi ancora lotta contro sè stessa e non a favore di sè stessa.”

Bullying …is also Fatphobic.

The way  which many face the Fatphobic Bullying or cyberbullying, saying “let them laugh” denotes the ease with which the teasing of fat and obesity is addressed. Too many people think they know enough to be able to have their opinion, never having studied this thing seriously.

This last “stronghold” of  the discrimination, so solid as not recognized as it, mekes irreparable damage on mental and physical health of the bullyed.

It is also considered among the contributing causes of the most common eating disorders: bulimia and anorexia.
The work of well-informed activists, Doctors and Professionals, clashes with popular beliefs fomented by scientific dishonesty and malpractice.


We struggle to break down prejudices, because the principle of culpability of those who have an excess in body fat or suffer from obesity, underlying the misunderstanding on which most people base their criticisms (if you are fat is your own fault).

The “principle of personal and guilt” is the basis of the popular beliefs and judgements (often fomented by some so called ‘authority’) that legitimize the Fatphobic bullying so widespread and universally accepted until it loses the characteristics of bullying and assume the normal relationship mode, the Diet Culture thank for it.


A good reading on this in Italian language is the Book “P (r) eso di Mira” by Francesco Baggiani, first one in Italy, writing about the discrimination based on weight wich unfortunately
has a solid foundation, to be understood and fought with honesty and determination, like any other form of discrimination.

yours, Samantha.

The Book available here: http://www.edizioniclichy.it/index.php?file=scheda_libro&id_pubblicazione=103

imagine from : Anti Bullying Pro http://www.antibullyingpro.com/anti-bullying-research/

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The Drawn Body, be a model for painters is something different.

One of the most exciting things I do in my path as an artist and Bodypositive activist is to be a model for painters.
Stand naked and motionless for several hours with a group of people who observe, measure, draw your body. An activity with which I’m familiar for having an artistic education in art schools and schools of sculpture.

It helps to reinforce the perception of ourselves (of our self incarnate, body) and self-esteem.

The painter do not judge the body, he simply draw it, as it were an object. This is part of the Naked genre, draw human bodies as if they were structures or objects, without judgment, is also one of Cezanne’s teachings.


(Drawings by Daniel Espen, Alessandro Alghisi and Bruna Gelpi)
A painter told me yesterday “How beautiful you are, just beautiful!” And I smiled thinking “I know!” I’m not afraid to say that I feel beautiful. I see my naked body, the fat rolls that composes it, the skin sometimes pocked and I am calm, I do not feel ashamed even though I know that for many people, I should be ashamed. I’m fine in this body of mine.